Di origine antichissima, si ritiene fosse presente già in Grecia e nella
Roma antica; a differenza di altri vitigni sono molte le sue citazioni: Catone
la chiama "uva Apicia", Columella e Plinio "Apiana" perché prediletta dalle
api per il dolce profumo; nel 1511 gli statuti di La Morra riportano l'obbligo,
per coloro che impiantano un nuovo vigneto di "Muscatellum", di coltivarlo in proporzione
di uno a cinque rispetto agli altri vitigni; nel 1597 da Mantova sono richieste talee di Moscato a Santo Stefano Belbo.Molto esigente in fatto di terreno, predilige suoli
calcarei o arenacei. Germoglia precocemente patendo le gelate primaverili, predilige altitudini non superiori ai 400m. Nei
terreni argillosi, che non ama, fatica a maturare producendo uva di minore qualità.
Possiede una buona vigoria vegetativa e richiede una potatura media.
Matura nella seconda epoca, generalmente verso metà settembre. La foglia è tri
o pentalobata di grandezza media; il grappolo, piuttosto grande e compatto, è cilindro-conico, con acini rotondi color oro,
con caratteristiche macchioline brune sulla parte esposta al sole. In
Piemonte vi sono due vini a D.O.C.G. ottenuti con un differente metodo
di vinificazione e raggruppati sotto la medesima denominazione "Asti":
il Moscato, dolce, fermo o solo leggermente frizzante, e lo Spumante, più alcoolico, meno dolce, con una spuma fine e persistente.
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