Vitigno di origine piemontese, le prime notizie storiche si trovano nel trattato "Vitigni della montagna di Torino" del diciassettesimo secolo e nel XVIII sec. venne definito dal conte Nuvolone "di prima qualità tra le uve nere"; nel 1875 era coltura molto diffusa lungo le colline di Torino, Asti e Casale. Possiede una
buona vigoria vegetativa e di conseguenza richiede una ricca potatura, resiste ai climi
freddi adattandosi a differenti esposizioni su terreni sia argillosi che marnosi, offrendo
una abbondante produzione e in condizioni favorevoli, un eccellente prodotto. La foglia è
di grandezza medio-piccola, superiormente glabra, di norma trilobata; il grappolo è
allungato e cilindrico con acini leggermente ovali, nero-bluastri e pruinosi.
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